Malata infettata dall’umanità che l’ha violata,
Tu che resti sola e ferma e non ti serve nulla
Ti prego insegnami a staccarmi dalle luci della giungla
Ululando nelle tenebre in preda alla pazzia
La mia anima si scioglie emanando malinconia
Ho perso qualche diottria cercando lumi dentro nubi
Tempi crudi, temo i lupi, trovo solo veleno altrui
Qualcosa m’ha colpito, sedotto e poi tradito
Forse è la vita che ti vuole e poi ti odia di rito
Che ti rigetta come un vecchio panno sporco
Quando comprende che qualcosa in te sta crescendo storto
Io che già da piccolo ero zitto e fissavo in basso,
Se la gente mi guardava io allungavo il passo,
Come un sasso sulla riva attratto dall’abisso che teme
Mi sono chiuso in me stesso e da lì è nato il mio seme
Quando ho mosso i primi passi su una tela
L’incastro difettoso sentì la forza di un atleta
Era la mia meta, metà dolore metà magia,
Come un poeta che si nutre della propria emorragia
Mia regina, pittura onnipotente che hai salvato me,
Con ogni quadro rispondevi ai miei perchè
Furia discreta, fuga concreta, sognando
Mi chiudevo con te nella mia stanza segreta
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Non so più quando ma tutto è crollato,
Anche nella stanza segreta ero senza fiato sai
Ho visto corvi all’orizzonte, inseguivano i miei passi
Gridavano il mio nome e volevano che me ne andassi
Hanno distrutto ogni iris ed ogni girasole
Poi anche il sole, le mie suole sole ora calpestano ogni fiore
Lì in eterno a marcire dopo una lotta rapace,
E' necessario morire per abbracciare la pace?
Ne sarei capace, raggiungere quel cielo che tace
Con una canna in torace, un fucile loquace e giacere
Perchè credimi, nella vita di un pittore fugace
non è la morte la cosa più difficile
Frulla in testa una poesia voci di follia, via
Tutto sembra universale ma la guerra è solo mia
Qui ad un passo tra la notte e il giorno, terra e cielo
Il gelo morde forte sul mio stelo fragile insiste e rivedo
Ciò che ero, ciò che sono e ciò che sono gli altri
Pensavo l’arte mi salvasse ma ora è troppo tardi
Guardo l’abisso sotto e vorrei volare giù
nelle viscere del buio e non dover tornare più
E se per il mondo io sarò sempre un’anomalia
Tu prova a legger fra le righe e la didascalia
Cercavo solo luce dentro la claustrofobia
Ma è a senso unico la via, dico addio e così sia
Alessia "Sidera" - Notte Stellata
Testo e voce: Alessia Santangeletta
Dipinto: Alessia Santangeletta
Beat: Antik Beats
Lo spezzone a inizio traccia è tratto dal film "Loving Vincent"
Note:
In occasione dell’anniversario della morte di Vincent Van Gogh (29 luglio 1890), ho deciso di pubblicare questo mio piccolo ed umile esperimento.
Da tanto tempo ho la passione per la scrittura e il rap e, dopo alcuni esercizi personali, ho scritto questo testo in rima ispirandomi alla vicenda di Van Gogh; l’ho registrato e missato in modo del tutto casereccio, senza pretendere una massima qualità ma solo con l’intento di trasmettere qualcosa a chi ascolterà (che è anche ciò che cerco principalmente nella musica che ascolto).
Vincent esegue il dipinto “La notte stellata” nel giugno del 1889, al tempo del suo internamento nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole, periodo in cui sembra considerare la pittura come l’unica medicina, l’unica via di salvezza.
Nel testo ho immaginato Vincent nelle sue ultime ore di vita, combattuto tra la vita e la morte, tra luce e buio; un giovane artista, la pittura, la meraviglia delle stelle che tanto lo affascinano, l’incompatibilità con il mondo, la fragilità, il suicidio.
Non voglio chiamare questa registrazione un vero e proprio “pezzo rap” (non ne sono all’altezza), ma ci tenevo provare semplicemente ad esprimermi anche con questo mezzo, che amo per la sua capacità di scendere nel profondo e di far riflettere emozionando. Quindi spero verrà ascoltato per quello che è: un semplice esercizio, un esperimento senza alcuna pretesa.
L’immagine che accompagna il brano è un mio dipinto, un omaggio alla famosa opera di Van Gogh.
Con questa pubblicazione ho così messo insieme le mie tre passioni più grandi: la scrittura, il disegno e il rap, che sono felice di aver potuto raggruppare in un unico, umile prodotto.
Grazie a chi ascolterà.
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