Erano giunti in una piazzetta al cui
centro si innalzava una fontana illuminata da un’intensa luce azzurra che
colorava splendidamente i sottili getti
d’acqua. Era circondata da un muretto di pietra e Ishaan si alzò sulle punte
dei piedi per issarsi sopra, aiutando Daphne a
salire al suo fianco.
La pietra era fredda e il primo istinto della ragazza fu
quello di sollevare le gambe e rannicchiarle al petto; Ishaan si accorse del
suo improvviso fremito e le posò un braccio sulle spalle, stringendola a sé per
riscaldarla.
L’acqua alle loro spalle zampillava creando giochi di forme e
riverberi spettacolari; Daphne non la ricordava così bella, dato che non
l’aveva vista di sera da parecchio tempo e durante il giorno la luce azzurra
era spenta. La osservò per un po’, al di sopra della spalla di Ishann, cercando
di impregnare il cuore e la mente di quel magnifico istante.
Lui rispettava il
suo silenzio, trattenendola accanto a sé.
Daphne si lasciò
scivolare e appoggiò la testa sulle gambe del ragazzo, rivolgendo gli occhi al
cielo notturno come amava fare sul pavimento della sua terrazza.
«Com’è bello il cielo, stanotte» mormorò.
Sollevò gli occhi anche Ishaan. «Già».
Le stelle tremolavano come minuscole
fiaccole e parevano osservarli silenziosamente dall’alto. Daphne notò che
Ishaan le guardava con occhi particolari: era come se sapesse molto su di loro,
come se fosse complice con loro di qualche segreto.
«Secondo te, c’è vita lassù?» le chiese
il ragazzo, all’improvviso.
Era una domanda alla quale Daphne aveva
già cercato di rispondersi più volte, durante le ore di permanenza sotto le
stelle.
«Se anche ci fosse qualcuno sarebbe
troppo lontano» disse.
«Cosa vuoi dire?».
«Che probabilmente non riusciremmo mai a
incontrarci».
«Ma c’è qualcuno?».
«Io penso di sì» affermò Daphne.
Ishaan fece un mezzo sorriso. «Sei molto
fantasiosa».
«Non sono fantasiosa» obiettò lei. «È
pura probabilità. Ci sono così tanti pianeti lassù, non può essere che siano
tutti disabitati. Non credi?».
«Io credo che finché non se ne ha la
prova davanti agli occhi non si può dire niente» replicò lui.
«Okay, tu sei di quelli che: se non
vedo, non credo».
«Può darsi».
«Quanto scommettiamo?».
«Cosa?».
«Che c’è vita, da qualche parte».
«Daphne, non scherzare».
La ragazza ridacchiò. «Non sto
scherzando. Avanti, cosa scommetti?».
Ishaan sospirò. «E va bene. La mia
storia» disse. «Scommetto la mia storia».
Daphne lo guardò perplessa.
«Se vinci tu, ti racconterò la mia
storia» promise lui. «Ma se vinco io…».
Daphne sorrise, maliziosa. «Non
vincerai».
«E chi te lo dice? Nessuno scoprirà
domani ciò che non è stato scoperto fino a oggi».
«Me lo dice il cuore» sussurrò lei. «Io
lo sento. Lassù ci dev’essere qualche segreto. Lo scopriremo».
Ishaan la guardò con dolcezza e non
disse più nulla.
Lei rimase con la testa sulle sue gambe a guardare il cielo,
fantasticando sui suoi mondi immaginari.
Alessia Santangeletta
tratto da Il traditore
Per info sul romanzo:
http://pensareacolori.blogspot.it/2013/08/vi-presento-il-mio-romanzo-il-traditore.html
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Immagine tratta dal web