Il traditore è una vicenda che vorrebbe far riflettere sui pregiudizi e
le contraddizioni della società, sulla tolleranza verso il prossimo e l’accettazione
del diverso, seguendo l’avventura di Daphne e Ishaan a metà tra il reale e il fantastico.
La figura chiave del romanzo è il giovane Ishaan,
un escluso, ripudiato da un lato per la sua natura (di cui non vi svelo
niente!) e dall’altro per le sue idee rivoluzionarie (ma non per questo cattive
e sbagliate).
Un accenno alla trama
Dopo l’oscura morte della madre, la giovane
Daphne cerca nella danza hip hop una distrazione dal dolore. Cinque anni più
tardi, ormai diciottenne, è vittima di una serie di strane coincidenze che mettono a repentaglio la sua vita, ma un
misterioso ragazzo dall’aspetto insolito, Ishaan, riesce sempre a trovare il
modo di salvarla e, in un secondo momento, si offrirà di proteggerla da
qualcosa di oscuro, pur senza rivelare niente di sé.
I due diventano presto amici inseparabili, ma il ragazzo nasconde un segreto e, a
sua volta, un passato difficile.
A poco a poco, proprio grazie all’arrivo di
Ishaan, Daphne potrà far luce sul proprio destino e su quello della madre, ma la loro amicizia sembra destinata a non poter durare. Perché? Quali forze lo impediscono?
Una verità di cui l'umanità intera sembra essere all'oscuro giocherà sulle vite di questi ragazzi, trasportando il lettore in un'atmosfera a metà tra la fantasia e la realtà.
Ecco qui i link per leggere alcuni piccoli brani tratti dal romanzo:
http://pensareacolori.blogspot.it/2013/12/nemico-certo-soltanto-perche-e-diverso.htmlhttp://pensareacolori.blogspot.it/2014/07/secondo-te-ce-vita-lassu.html
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Riporto qui una recensione scritta da Giacomo Marletta dopo la lettura del romanzo.
“Il Traditore” è un libro semplice.
Si proprio così, infatti la prosa della giovane Alessia, al suo primo romanzo, è molto lineare.
Per narrare le avventure di Daphne e Ishaan, sceglie una narrazione in terza persona, si parla quindi di narratore eterodiegetico e questo risulta ben chiaro fin dall’inizio.
Lo stile è semplice, l’autrice non ci vuole stupire con la sua scrittura, tramite particolari artifici retorici o sovrapposizione dei campi indicali, Alessia non sperimenta, Alessia scrive, Alessia comunica!
La sua scrittura è così posta al servizio della storia, al servizio della sua fantasia e della nostra; trascrive e racconta, quello che accade nella mente di Daphne, soprattutto, ma non commenta mai!
Le avventure dei nostri piccoli eroi, di cui non vi parlerò per non precludervi la lettura del nostro romanzo, risultano così semplici e pure; vengono collocate in un confine idilliaco, fra amore e amicizia, che, per la mentalità che domina il mondo oggi, si potrebbe definire per certi versi utopico.
Mi ha molto affascinato che, nonostante la protagonista sia Daphne, e questo risulti evidente fin dall’inizio, il titolo riprenda il dramma di Ishaan, che impariamo a conoscere solo a romanzo in corso. Il romanzo, in effetti, ha un titolo molto particolare, che, scusate il gioco di parole, trovo particolarmente azzeccato: fa infatti riflettere sulla relatività e parzialità del giudizio, influenzato prepotentemente dal punto di vista di che lo esprime.
Come scriveva un famoso aristocratico meneghino nell’800 “la ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell’una o dell’altro” (Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi).
Detto questo nulla vieta di farci la nostra idea, di parteggiare per Daphne e Ishaan, come fa Alessia tra le righe, quasi in punta di piedi, o per la parte avversa, se lo riteniamo opportuno!
Infatti, a prescindere da tutto, Ishaan è un traditore, almeno quanto il libro che racconta la sua storia meriti di essere letto.
Ve lo consiglio…
(Giacomo Marletta)
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