i tuoi occhi
nelle sfumature delle nuvole,
la tua voce
nelle canzoni
tristi
sofferte
depresse
- come te, come me -
che lasciavo andare a tutto volume
per coprire la risata del mondo
verso noi reietti,
per non sentire il rumore
accecante della mente.
Ti vedevo riflesso nello specchio
e nelle mie meste iridi celesti.
Eri dentro di me
e non lo sapevi.
Le rondini cantavano il tuo nome,
ogni tramonto racchiudeva le tue paure
- che erano anche le mie -
e ogni aurora ci restituiva
le tenui speranze.
Eri ovunque
e non lo sapevi.
Mi cullavo
in compagnia della tua mancanza
aspettando la notte sorgere un’altra volta.
Sorridevo:
ero malinconicamente felice.
O felicemente depressa.
Mi donavi la vita
e nemmeno questo lo sapevi.
Ora non riesco più a trovarti
nel rumore dei miei passi.
Sto a fissare il soffitto, poi il pavimento
e nelle mie iridi non c’è più il tuo colore.
Ora piango un minuto sì e uno no,
poi un minuto sì e uno sì.
Conto le lacrime
e le raccolgo nei palmi delle mani.
Le colleziono.
Un giorno ci affogherò dentro
insieme a tutti i miei vuoti.
Mi manca la tua mancanza
E di te resto a digiuno
Mangiando la mia stessa fame.
Alessia S.
(ispirato al tema "malinconia")
Foto di Alessia Santangeletta
MELANCOLIA (dal greco μέλας "nero" e χολή "bile"). - La melancolia è la sindrome affettiva che ha per note fondamentali una tristezza morbosa e ostinata, indipendente dagli avvenimenti esterni, un pessimismo invincibile, un senso profondo di sfiducia e di avvilimento, che paralizza l'azione. Ogni impressione esterna riesce spiacevole, il pensiero s'aggira in una chiusa cerchia d'idee tristi.
(Fonte: Enciclopedia Treccani)